Test salivari: sei predisposto alla carie?

Davanti ad un bel vassoio di pasticcini l’acquolina in bocca non tarda a manifestarsi… ma la saliva ha un ruolo ben più importante per il nostro organismo.

Si rivela infatti fondamentale nel rimuovere i detriti alimentari, i residui batterici e le cellule epiteliali che causano la moltiplicazione dei batteri nel cavo orale, attuandone successivamente l’eliminazione attraverso il canale digerente

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Bocca asciutta

Ma in alcuni casi può verificarsi una riduzione del flusso salivare, che ha un evidente effetto sia sul numero sia sulla gravità delle carie e ciò può capitare anche nei casi di iposecrezione salivare.

Nei soggetti predisposti o soggetti a tale problema, rivestono grande importanza i test microbiologici. Tali test valutano la quantità di batteri come Streptococcus mutans e Lactobacilli presenti nel cavo orale, direttamente proporzionale alla probabilità di sviluppo della carie.

Ma come funziona?

L’esame salivare viene eseguito in modo ormai routinario nella pratica clinica.

La tecnica di laboratorio prevede l’impiego di un kit contenente una pipetta in materiale plastico che preleva la saliva del paziente, precedentemente raccolta in un cilindro graduato.

Questo procedimento permette di calcolare il primo parametro fondamentale del test, ovvero il flusso salivare. Di cosa si tratta? Sono i ml. di saliva prodotti nel tempo di 5 minuti, il cui valore normale deve oscillare intorno a 1ml /minuto.

Il secondo parametro essenziale è il potere tampone. Ponendo per 5 minuti una goccia di saliva su una apposita striscia reattiva a pH titolato 3.3. Trascorso il tempo si compara il colore assunto dalla striscia con la scala colorimetrica riportata su una scheda di paragone, verificando la corrispondenza con uno dei campioni.

Il secreto salivare viene successivamente posto all’interno di una provetta contenente un terreno di coltura a base di agar per verificare il terzo parametro: la concentrazione batterica.

Per rendere il terreno selettivo per il microrganismo in esame si usa una sostanza particolare detta bacitracina, la provetta viene quindi posta in incubatrice alla temperatura di 37°C per 48 ore. Al termine dell’incubazione la valutazione del risultato viene effettuata confrontando la densità delle colonie batteriche cresciute, con una tabella di riferimento.

Leggere i risultati

La presenza di Lactobacilli nella saliva in quantità superiore alla norma indica un fattore di rischio per il paziente nel senso di una alimentazione eccessivamente ricca di zuccheri, accompagnata da una scarsa igiene orale: tale specie batterica è responsabile di una sintesi di acidi che concorrono a far diminuire il pH orale.

Una eccessiva presenza di Streptococchi, batteri più direttamente correlati alla patogenesi del processo carioso, indica presenza di placca in quantità superiore alla norma, dunque predisposizione individuale e/o scarsa igiene orale (prodotti odontoiatrici).

Quali precauzioni?

L’esecuzione del test e la valutazione dei tre parametri considerati (flusso, potere tampone, concentrazione batterica) consente all’odontoiatra di selezionare soggetti a basso ed elevato rischio di carie, ovvero di fare diagnosi di cariorecettività.

I primi non dovranno necessariamente modificare le proprie abitudini, ma semplicemente sottoporsi a periodici controlli da parte del medico. I pazienti ad elevato rischio dovranno al contrario essere sottoposti ad un regime preventivo intenso ed efficace.

In caso di riduzione del flusso salivare inoltre, occorre indagare sulle possibili cause della ipofunzione (es. assunzione di farmaci, sindrome di Sjogren, ecc.); nel contempo il paziente dovrà limitare il consumo di carboidrati, arricchendo la dieta di fibre e utilizzando chewing-gum privi di zucchero al fine di stimolare la salivazione.

Importante è poi instaurare un programma di fluoroprofilassi graduata, applicata alle differenti condizioni:

●fluoroprofilassi normale (dentifrici fluorati)
●fluoroprofilassi media (dentifrici fluorati e gel al fluoro)
●fluoroprofilassi intensa (dentifrici fluorati, gel al fluoro e applicazione professionale di vernici al fluoro)
L’esito dell’esame viene comunicato attraverso un referto scritto sui cui sono riportati i valori ottenuti e quelli di riferimento; oltre a stabilire il piano di terapia e la frequenza degli eventuali esami di controllo necessari.