Sondaggio parodontale e sanguinamento al sondaggio

Il sondaggio parodontale è uno degli esami più importanti e utilizzati per diagnosticare malattie parodontali. Consente di valutare lo stato di salute delle gengive e di verificare la presenza e la localizzazione delle tasche parodontali e se la parodontite è in atto valutando il sanguinamento al sondaggio. Il sondaggio si effettua con una sonda paradontale, uno strumento millimetrato standardizzato, che misura la profondità del solco gengivale intorno a tutto il dente.


La sonda viene inserita delicatamente all’interno del bordo gengivale con la corretta angolazione. In condizioni normali il solco misura fino a 2- 3mm , fino a 5 mm attorno agli impianti, superati i quali si è in presenza di una tasca parodontale. Altro indice importantissimo da valutare durante il sondaggio che evidenzia una fase di attvità della parodontite è il sanguinamento al sondaggio. Se ci troviamo di fronte ad un sondaggio elevato e la gengiva sanguina dopo il sanguinamento siamo sicuramente di fronte ad una parodontite non controllata con presenza di tartaro e placca sotto gengiva
Questo indice è molto importante per valutare il controllo della progressione della parodontite. Infatti è importante sapere che le gengive non devono mai sanguinare ad esempio dopo lo spazzolamento.
Durante questo esame vengono anche misurati il grado di compromissione delle forcazioni, quello di mobilità di ogni elemento e le recessioni.
Il sondaggio parodontale spesso non considerato va eseguito durante OGNI prima visita, e ci permette di fare delle valutazioni altrimenti non possibili (Ablatore pneumatico).

Esame radiografico
L’esame radiografico d’elezione nella diagosi parodontale è la radiografia endorale eseguita per ogni settore della bocca. L’insieme di radiografie endorali è detta sistematica radiografica.
La sistematica radiografica risulta essere composta da almeno 16 radiografie e ci permette di valutare in modo preciso l’andamento e l’eventuale perdita di osso attorno ai denti.
L’Ortopantomografia o radiografia panoramica (OPT) ci permette di avere un idea generale ed indicativa ma per una valutazione più precisa sull’andamento dell’osso dobbiamo ricorrere alle radiografie endorali.
La Tac (Tomografia assiale computerizzata) non è invece un esame utile per fare una accurata valutazione parodontale.
L’esame radiografico endorale in ogni caso da solo non può permetterci di fare diagnosi di parodontite. Deve essere sempre associato ad un sondaggio parodontale (Sensore digitale).

Saliva: chi ci protegge dalla carie?

L’importanza della saliva

In generale la secrezione salivare ha assunto importanza in campo medico in quanto, in alcune situazioni patologiche costituisce una fonte potenziale di importanti informazioni biochimiche ed è un campione biologico facilmente ottenibile senza alcuna manovra invasiva.


In campo odontostomatologico la saliva riveste importanza sotto molteplici aspetti, essendo uno degli elementi principali dell’ambiente orale… ciò nonostante spesso il suo ruolo non viene adeguatamente considerato, anche da coloro che ne vengono a diretto contatto ogni giorno.
Interessanti sono le relazioni esistenti tra saliva ed alcune malattie odontoiatriche. Sono ormai diversi anni che vengono effettuati studi sui possibili rapporti intercorrenti tra la saliva e la patologia cariosa, ma solamente nell’ultimo decennio si è assistito ad un incremento delle ricerche in questo ambito.
Le proprietà fisico-chimiche e biologiche più rilevanti a questo scopo sono il flusso salivare, il potere tampone, la concentrazione batterica di specifici ceppi ed il confronto fra i valori ottenuti in soggetti cariosensibili e carioresistenti.

Flusso salivare: cos’è?

Da cosa ha origine il flusso salivare? Per il 90% deriva dalla funzione delle ghiandole parotidi e sottomandibolari, per il 5% delle sottolinguali ed il restante 5% delle ghiandole salivari minori. Il controllo delle ghiandole salivari avviene ad opera di un centro nervoso situato in corrispondenza del bulbo encefalico.
Lo stimolo alla secrezione é prodotto principalmente da un’eccitazione riflessa e involontaria, gustativa attraverso le papille linguali e masticatoria attraverso i recettori specifici presenti nel legamento parodontale e nei muscoli masticatori.
In condizioni di riposo, ovvero in assenza di stimolazioni gustative, viene secreta sempre una certa quantità di saliva. Questo flusso che potremmo definire “base”, viene influenzato da vari fattori con notevole variabilità individuale e presenta una maggiore fluidità, allo scopo di mantenere un ambiente umido e contrastare l’azione degli agenti irritanti.
La saliva di stimolazione viene invece secreta sotto stimoli involontari indotti dal senso della fame e durante l’atto della masticazione; questa presenta una densità più elevata. La saliva secreta a riposo mostra modificazioni notevoli nell’entità del flusso, si osserva un incremento della secrezione nelle ore pomeridiane ed una diminuzione nelle ore notturne.
La bassa secrezione notturna evita frequenti movimenti di deglutizione durante il sonno. Vengono tuttavia ridotte anche le difese salivari, ovvero il potere detergente e la capacità di tamponare l’ambiente acido che inevitabilmente viene a crearsi, con graduale abbassamento del pH orale… ecco da dove possono insorgere i processi cariosi (Manipoli odontoiatrici).

A bocca asciutta

Il flusso salivare svolge un ruolo importante nel rimuovere i detriti alimentari, i residui batterici e le cellule epiteliali che favoriscono la moltiplicazione batterica, attuandone l’eliminazione attraverso il canale digerente.
È scientificamente accertato che riduzioni nella secrezione salivare hanno un evidente effetto sia sul numero sia sulla gravità delle carie: ciò è confermato anche nei casi di iposecrezione salivare dovuta a xerostomia o a radioterapia per neoplasia ghiandolari o del massiccio facciale.
Il flusso salivare tende inoltre a diminuire con l’età. Tra gli anziani sono più frequenti i sintomi di secchezza della bocca e del resto sono tipiche dell’età avanzata alcune malattie che possono portare ad una diminuzione del flusso salivare, come il morbo di Alzheimer.
Una maggiore frequenza di carie sembra verificarsi nei soggetti che presentano condizioni di ansia o in terapia antidepressiva che conducono ad un coinvolgimento del sistema simpatico, con conseguente riduzione del flusso salivare. Ricordiamo poi la grave xerostomia che colpisce gli affetti da sindrome di Sjogren, che per tale ragione sono individui altamente a rischio.

La flora batterica orale

Nell’ambito della saliva si possono riscontrare un grande numero di specie batteriche, presenti in uno stato di equilibrio. Quando tale equilibrio viene per cause diverse ad essere alterato si può assistere alla insorgenza di patologie.
Riguardo alla patologia cariosa le specie batteriche coinvolte sono un grande numero, la loro presenza varia anche in rapporto al sito anatomico: ricordiamo ad esempio lo Streptococcus Salivarius nella carie del terzo cervicale del dente.
Le due specie più importanti sono lo Streptococcus mutans e i Lactobacilli, in grado di produrre consistenti quantitativi di acidi. Quando in presenza di un substrato metabolico l’azione acidogena é potenziata, la saliva e i suoi meccanismi di controllo non riescono più a compensarne la produzione.
L’ambiente orale raggiunge quindi livelli di acidità critici, che inducono la demineralizzazione dei tessuti duri del dente. Hanno pertanto inizio quei processi, che, se non precocemente intercettati o prevenuti, portando allo sviluppo della carie (Prodotti odontoiatrici).

Cause della parodontite

La causa principale della formazione della parodontite è la scarsa igiene orale domiciliare che permette la formazione della placca batterica da cui le tasche gengivali, il tartaro e l’infiammazione dei tessuti parodontali.

20160530185520

Dopo ogni pasto il Ph della bocca si altera soprattutto se consumiamo zuccheri e può capitare che qualche residuo di cibo rimanga tra i denti. In queste condizioni si sviluppa la placca batterica che aderisce alla superficie dei denti (soprattutto sulle superfici interdentali ed occlusali) e si insinua all’interno del solco gengivale. I batteri iniziano così a produrre sostanze chimiche (in maggioranza acidi) altamente irritanti per le gengive che si infiammano e danno vita alla gengivite(Ablatore pneumatico).

Se la placca batterica non viene rimossa attraverso l’igiene orale quotidiana, l’infiammazione gengivale viene continuamente alimentata e le fibre del legamento parodontale tendono ad essere gravemente compromesse tanto da permettere ai batteri di “scavare” all’interno del solco gengivale formando delle vere e proprie tasche gengivali (o tasche parodontali) all’interno delle quali non è possibile arrivare con il semplice spazzolino o il filo interdentale per rimuovere la placca.

Con il tempo la placca sedimenta e mineralizza formando il tartaro il quale può essere rimosso soltanto attraverso manovre di pulizia professionale dei denti mentre, se non rimosso, l’azione dei batteri patogeni in esso contenuti continua indisturbata fino a dar vita alla parodontite grave ovvero l’infezione si propaga a tutti i tessuti parodontali minando la stabilità dell’elemento dentale che è condannato a cadere o costringe il dentista ad un’inevitabile estrazione del dente colpito ancorchè sano (Ablatore ultrasuoni).