L’ascesso dentale

L’ascesso dentale è una raccolta di pus che si forma alla base del dente, per la precisione intorno ai tessuti del dente stesso, e ha come manifestazioni peculiari gonfiore e dolore, a volte che qualche linea di febbre.

ascessoIl gonfiore, o meglio, la tumefazione e l’arrossamento causati dall’ascesso dentale interessano la cute sovrastante, solitamente nelle immediate vicinanze del dente oggetto dell’ascesso stesso, che diventa calda, tesa e di sovente arrossata, e la tumefazione può estendersi anche alla zona circostante. Spesso, se l’ascesso è significativo, la tumefazione è visibile anche esteriormente, dal momento che sul volto compare una evidente asimmetria, che può anche essere molto accentuata, che è la chiara manifestazione della presenza del pus che va a depositarsi nella parte molle della gengiva.
Spesso l’ascesso è accompagnato da febbre e anche senso di spossatezza, visto che può anche interessare le ghiandole linfatiche del collo, soprattutto se la presenza di pus è decisamente cospicua.
Non è raro, anche se decisamente antipatico, che per l’eccessiva tensione provocata dal pus, la gengiva possa rompersi o fessurarsi, con conseguente fuoriuscita della sostanza purulenta all0’interno della bocca, cosa che in un cero senso, seppur come detto in maniera assolutamente sgradevole, può favorire il decorso dell’ascesso, con attenuazione anche del dolore.spazzolino
Il punto di origine di un ascesso dentale è, solitamente, la parte circostante i tessuti del dente o del legamento periodontale, e il pus che si viene a formare, se non trova una naturale via di drenaggio si diffonde attraverso la corticale ossea alveolare fino a giungere ai tessuti molli mascellari, praticamente la gengiva.(autoclave sterilizzazione)
Per ridurre al minimo la possibilità di insorgenza di un ascesso dentale, bisogna fare molta attenzione all’igiene orale, che se insufficiente, o peggio, assente, è una delle prime cause di insorgenza.
Per questo, è importante che si effettui sempre una accurata pulizia dei denti, dopo ogni pasto e prima di coricarsi, pulizia da effettuarsi con lo spazzolino, benché oggi siano da preferirsi quelli elettrici che con il loro alto numero di rotazioni e oscillazioni della testina, sono in grado di fare ciò che anni fà era impensabile si potesse fare autonomamente. Naturalmente, oltre allo spazzolamento, manuale o elettrico che sia, è necessario pulire anche gli spazi interdentali utilizzando regolarmente il filo interdentale, che è in grado ri rimuovere eventuali depositi.
Si tenga conto che tale operazione va fatta sempre e senza eccezioni, visto che dopo 48 ore la placca da inizio al suo processo di calcificazione che alla fine da origine al tartaro, sostanza che per la sua particolare durezza, è impossibile eliminare da soli con lo spazzolamento dei denti.filo
Ne caso in cui per non sia possibile usare spazzolino e filo interdentale per l’eventuale presenza di punti di sutura o altro, sarà necessario fare dei colluttori con un prodotto a base di clorexidina, in grado di controllare la placca.
La diagnosi è abbastanza semplice, visto che il gonfiore più che evidente è un chiaro sintomo della presenza di un ascesso dentale, tuttavia il dentista potrà procedere anche ad un esame radiografico per verificare l’esatta localizzazione dell’ascesso, visto che evidenzierà il dente nella sua interezza, quindi corona, radice e tessuti circostanti, inoltre la radiografia sarà di supporto nel caso si rendesse necessaria, successivamente, una
terapia canalare. Un successivo ed eventuale esame di laboratorio si potrebbe rendere necessario solo nel caso di una mancata risposta alla terapia antibiotica, per identificare esattamente i batteri causa dell’’infezione.
La terapia di elezione, ovviamente, è quella antibiotica che potrebbe essere supportata da una terapia antinfiammatoria, per tenere sotto controllo in maniera completa l’evolversi dell’ascesso. Una volta estirpata l’infezione, il medico dentista valuterà, anche con l’aiuto delle radiografie fatte in precedenza, quale terapia intraprendere per estirpare del tutto il problema. Nella maggior parte dei casi, è possibile con una terapia canalare, drenare l’ascesso, questo sempre che il dente non sia particolarmente danneggiato, altrimenti sarà necessario ricorrere all’estrazione.(fotopolimerizzazione)