Carie, addio al trapano e alla paura del dentista

La salute dei denti è importante, ma spesso tendiamo a trascurarla per paura che il dentista ci infligga acute sofferenze: è vero che esiste l’anestesia e si possono sempre assumere anti-dolorifici per calmare ogni male, ma quanto più volentieri ci sottoporremmo alle cure di uno specialista se potessimo evitare il trapano, le iniezioni e qualsiasi forma di dolore?
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Una piccola scossa

Il sistema consiste in una piccola scossa di corrente elettrica che stimola il dente all’autoriparazione. Le carie sono causate dall’erosione dello smalto, che determinano una scomparsa dei minerali naturali del dente, che quindi inizia a marcire.

Lo scopo di questo nuovo metodo è quello di stimolare la capacità naturale del corpo di ripristinare questi minerali con quelli che si trovano nella saliva o nel fluoro.

La stimolazione avviene tramite una scossa a bassa intensità, per spingere i minerali verso la carie. Oltre a risultare completamente efficace, il sistema è del tutto indolore e l’utilizzo prevede una durata analoga a quella dei sistemi tradizionali. Si parla di una disponibilità della tecnologia nei prossimi tre anni, almeno nel Regno Unito, dove si usa già la corrente elettrica per alcune procedure. Ma è possibile che anche l’Italia si possa avvalere presto di questo metodo indolore, che farebbe la felicità di molte persone(rilevatore apicale).

L’importanza dell’igiene dentale

Nell’attesa che questa rivoluzione interessi anche il nostro Paese, è importante prevenire le carie attraverso un’igiene orale attenta, che preveda almeno due volte all’anno una visita presso l’odontoiatra per una pulizia dei denti (ablazione del tartaro), che unita all’igiene orale quotidiana mediante l’ausilio di spazzolino da denti, dentifricio e filo interdentale dopo i pasti, vi garantiranno un sorriso sano più a lungo. Attenzione invece ai colluttori che contengono alcol, che sembra possano provocare a lungo andare tumori alla bocca.

Un altro importante sistema di prevenzione consiste nella sigillatura di solchi e fossette dei molari definitivi, con l’ausilio di resine molto fluide che vengono fissate sul dente mediante mordenzatura e polimerizzazione(telecamera intraorale).

La malattia paradontale

È una malattia infiammatoria provocata dai microrganismi della placca batterica. È indicata come malattia parodontale (o parodontopatia) perché colpisce il parodonto, cioè l’insieme di strutture che circondano il dente e lo mantengono saldamente attaccato all’osso.

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Se non curata, l’infezione procede in profondità: la gengiva si allontana dal dente, creando tasche in cui i batteri si accumulano; il tessuto osseo viene distrutto; i denti perdono supporto e diventano mobili. È opinione diffusa che contro questa malattia, un tempo chiamata piorrea, vi sia poco da fare e che sia normale esserne affetti se ne hanno sofferto i propri genitori. In realtà i disturbi delle gengive e dell’osso sottostante possono essere prevenuti e controllati.

Come capire se si soffre di malattia paradontale?
La malattia provoca sintomi molto scarsi e quindi può progredire e aggravarsi senza quasi accorgersene. Per questo motivo è fondamentale sottoporsi regolarmente a visite di controllo in modo tale che il dentista possa intervenire tempestivamente. In particolare, non bisogna aspettare che compaiano i sintomi tipici della malattia avanzata (per esempio la mobilità dei denti) per farsi visitare.
I principali segnali che possono fare sospettare la presenza della malattia sono:
gengive che sanguinano spazzolando i denti o mangiando cibi duri;
gengive arrossate, gonfie, retratte in tutta la bocca o solo su alcuni denti.
Fattori di rischio
Alcune malattie, come il diabete, e alcuni stili di vita, come il fumo, si associano con più frequenza alla comparsa della malattia (Ablatore ultrasuoni).

Come si cura?
È irrinunciabile, per il successo delle cure, il miglioramento dell’igiene orale ed è auspicabile l’abbandono di abitudini, come il fumo, che possono ridurre la possibilità di successo delle terapie. I trattamenti parodontali possono essere di tipo chirurgico o non chirurgico, in base allo specifico quadro clinico. La detartrasi e la levigatura radicolare (cioè la rimozione della placca e del tartaro dai denti sopra e sotto il livello della gengiva) e la rimozione dei fattori irritanti locali (per esempio svenutali otturazioni non idonee) sono il fondamento irrinunciabile di ogni terapia parodontale(Riunito portatile per dentisti).

Come prendersi cura dei denti dei bambini?

I bambini nascono già con tutti i loro denti, non si vedono solo perché sono nascosti dalle gengive. I denti da latte iniziano a erompere dalle gengive intorno ai 6 mesi, ma è importante iniziare una corretta igiene orale ancora prima del primo dentino, perché da gengive sane spuntano denti sani.
Come prendersi cura dei denti dei bambini?

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Entro i 3 anni, ai bambini spuntano tutti i denti da latte, anche chiamati denti primari. I denti da latte iniziano a cadere intorno ai 6 anni, quando iniziano a spuntare i denti permanenti, o denti da adulti. Gli spazi tra i denti da latte sono normali, perché lasciano lo spazio per i denti permanenti. La maggior parte dei denti permanenti spunta entro i 13 anni.
La sindrome da biberon è un problema serio.
La sindrome da biberon può verificarsi se i bambini bevono latte, latte in polvere o succo dal biberon molto a lungo.
Per evitarla:

Togliere il biberon quando il bambino ha smesso di bere.
Non lasciare il biberon al bambino quando è a letto.

Di seguito alcuni consigli per mantenere i denti dei bambini forti e sani

–2 anni denti da latte

Passare una garza sulle gengive dopo l’allattamento. Questo contribuirà a eliminare la pellicola appiccicosa detta placca che può causare la carie.
Spazzolare i denti due volte al giorno con acqua e uno spazzolino da denti a setole morbide.
Programmare la prima visita dal dentista prima del primo compleanno.

3-5 anni denti da latte

Iniziare a usare un dentifricio al fluoro a 3 anni
Usare una quantità non superiore a una nocciolina, assicurandosi che il bambino lo sputi dopo lo spazzolamento.
Cercare di togliere al bambino l’abitudine al ciuccio e a succhiarsi il dito entro i 4 anni.
Iniziare ad andare dal dentista ogni 6 mesi.

6–9 anni denti da latte

Iniziare a usare il filo interdentale non appena i denti si toccano.
Informare i bambini del fatto che è normale che i denti da latte cadano: è così che crescono i denti “da grandi”.
Fino a quando i bambini non sono in grado di occuparsi da soli di una corretta igiene orale, i genitori devono aiutarli a spazzolare i denti e a usare il filo interdentale due volte al giorno.
Soffermarsi sempre in particolare sui denti posteriori, perché potrebbero avere più placca.

10–12 anni denti da latte

I bambini che praticano attività sportiva devono indossare una protezione per i denti.

13+ anni

I genitori far leva sull’interesse degli adolescenti per il proprio aspetto, ricordandogli che un sorriso sano e un alito fresco li aiuteranno ad apparire e sentirsi al meglio.

Di seguito alcuni consigli

Incoraggiare gli adolescenti con l’apparecchio ortodontico a spazzolarsi i denti e usare il filo interdentale accuratamente.
L’aspetto dei denti quando si toglie l’apparecchio dipende da come sono stati curati in presenza dell’apparecchio.

Consigli rapidi per una migliore igiene orale nei bambini

È importante iniziare una corretta igiene orale ancora prima del primo dentino. Perché da gengive sane escono denti sani.
I genitori devono programmare la prima visita dal dentista prima del primo compleanno, e ogni 6 mesi dopo i 3 anni.
È importante che i bambini si spazzolino i denti due volte al giorno con un dentifricio al fluoro e che inizino a usare il filo interdentale non appena due denti si toccano.
I bambini devono limitare i cibi e le bevande zuccherose e appiccicose per proteggere i denti dalla carie.

Come Migliorare La Salute Delle Gengive Usando Il Filo Interdentale Vantaggi Del Filo Interdentale

L’uso del filo interdentale come abitudine quotidiana di igiene orale aiuta a mantenere i denti sani più a lungo, evitando il ricorso a protesi dentarie con l’avanzare dell’età.

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Anche se la parodontite non è la principale causa di morte della polpa dentale, disturbi cronici a carico delle gengive possono aumentare il rischio di perdita dei denti o il ricorso a interventi sul canale radicolare. E nonostante lavare i denti due volte al giorno sia fondamentale per una corretta igiene della bocca, questa abitudine da sola non basta a impedire l’insorgenza di disturbi gengivali e la perdita dei denti che ne può derivare.

Chi ha problemi di sensibilità o sanguinamento delle gengive può essere riluttante all’uso del filo interdentale, nel timore di peggiorare la situazione. In realtà, il filo interdentale contribuisce a migliorare la salute delle gengive e, di conseguenza, a prevenirne il sanguinamento.(manipoli odontoiatrici)

In uno studio del 2006, alcuni ricercatori hanno confrontato gli effetti dell’uso del solo spazzolino sul sanguinamento delle gengive rispetto all’uso combinato di spazzolino e filo interdentale, coinvolgendo 51 coppie di gemelli. A uno dei due gemelli è stato chiesto di lavare i denti due volte al giorno, mentre all’altro di lavarli e passare il filo interdentale due volte al giorno. Dopo due settimane, le gengive dei gemelli che avevano usato il filo interdentale sanguinavano il 38% in meno.

Anche se durante l’infanzia o l’adolescenza non hai usato regolarmente il filo interdentale, non è mai troppo tardi per iniziare a seguire una corretta igiene orale: con il giusto prodotto potrai migliorare la salute delle tue gengive.

Fili interdentali specifici come Oral-B® SATINfloss sono delicati anche sulle gengive più sensibili, pur rimuovendo in modo efficace i depositi di placca intorno ai denti.(Ablatore ultrasuoni)

CURARE LA PARODONTITE

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Hai la parodontite e i tuoi denti si muovono? Sei preoccupato perché non sai come curare la parodontite? Attraverso delle cure specifiche, oggi, è possibile curare la parodontite e recuperare i tuoi denti anche se si muovono…
Come si forma la parodontite

La parodontite, chiamata più comunemente piorrea, è una malattia che si forma quando nel solco tra il dente e la gengiva si deposita la placca batterica che favorisce la nascita di una tasca parodontale, cioè uno spazio dove si accumulano i batteri.

In questo caso non è più sufficiente una normale pulizia con lo spazzolino, perché è impossibile arrivarvi, quindi si ricorre ad una serie di tecniche che descriveremo più avanti.(Ablatore ultrasuoni)

Perché si chiama parodontite?

Perché colpisce il parodonto, cioè l’apparato di sostegno del dente che è composto dall’osso, dal legamento intorno alla radice del dente e dalla gengiva.

Quali sono i suoi sintomi?

Nella sua prima fase di sviluppo, si presenta con un’infiammazione e sanguinamento della gengiva. In una fase più avanzata, provoca la distruzione dell’osso e del legamento e la recessione della gengiva che fa sembrare i denti più lunghi. Nella fase più avanzata i denti cominciano ad essere sempre più instabili e a cadere da soli. E’ quindi importantissimo curarla.

Tecniche per curare la parodontite

Curare la parodontite è possibile! Per rimuovere la placca batterica accumulata nelle tasche parodontali, non è sufficiente la normale pulizia con lo spazzolino, e neanche una pulizia dei denti professionale, ma bisogna ricorrere a delle tecniche particolari.

Se le tasche sono molto profonde e superano i 5 mm bisogna ricorrere ad un intervento parodontale, un trattamento chirurgico attraverso il quale vengono rimossi i batteri dal fondo delle tasche attarverso un’incisione sulla gengiva.

Con questa tecnica le tasche vengono eliminate e i denti riacquistano stabilità, spesso anche se si muovevano e sembravano destinati alla caduta.(Ablatore pneumatico)

In caso contrario la terapia più adatta per curare la parodontite è il curettage gengivale, cioè la rimozione dei tessuti molli dalla tasca parodontale attraverso un raschiamento della parete gengivale.

Le figure professionali del settore dentale

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Il Dentista

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E’ il professionista che si occupa della salute della bocca, dei denti e dei tessuti annessi. Per poter esercitare in Italia la professione di odontoiatra bisogna essere iscritti all’Albo degli Odontoiatri, istituito presso l’Ordine dei Medici. Possono iscriversi all’Albo i laureati in Odontoiatria e Protesi Dentaria, i laureati in Medicina e Chirurgia con un diploma di specialità in Odontoiatria oppure solo con la laurea in Medicina e Chirurgia se iscritti all’Università prima del 1985. I compiti dell’odontoiatria sono la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie che colpiscono i denti, il cavo orale e i tessuti mascellari. Il dentista è l’unica figura professionale che può curare bocca e denti, riabilitando, anche con l’ausilio di protesi, l’apparato stomatognatico.

L’Igienista dentale

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L’igienista dentale è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante (Laurea in igiene dentale), svolge compiti relativi alla prevenzione della malattie della bocca e dei denti su indicazione dell’abilitato all’esercizio dell’odontoiatria. Tra i suoi compiti provvede all’ablazione del tartaro e all’insegnamento delle varie tecniche di igiene orale. L’igienista dentale svolge la sua attività professionale in ambito sanitario, pubbliche o privato.(trapano dentista)

 

L’assistente allo studio odontoiatrico

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L’assistente di studio odontoiatrico ha il compito di assistere il dentista nella organizzazione e gestione dello studio odontoiatrico. In particolare l’assistente di studio odontoiatrico programma, alle dipendenze dell’odontoiatria, coordina l’andamento generale dello studio occupandosi dell’accoglienza dei pazienti, della gestione amministrativa dello studio e assistendo l’odontoiatra nella sua attività, ma anche mettendo in atto tutte le azioni finalizzate alla prevenzione delle infezioni ed alla pulizia, disinfezione e sterilizzazione degli strumenti e dell’ambiente di lavoro. Ad oggi non è richiesto un percorso di studi specifico, anche se in molte Regioni sono attivi corsi per formare in modo qualificante le assistenti di studio odontoiatrico.

L’odontotecnico

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L’odontotecnico è colui che costruisce i dispositivi medici su misura (le protesi dentarie e gli apparecchi ortodontici) conformi a quanto prescritto da un dentista abilitato all’esercizio. All’odontotecnico è fatto assoluto divieto di operare sul paziente, anche in presenza del dentista. L’odontotecnico svolge la propria attività all’interno di laboratori attrezzati. Per esercitare l’attività di odontotecnico sia come titolare che come dipendente del laboratorio è necessario un diploma professionale: il corso di studi è composto da tre anni più due.
Al termine dei primi tre anni di studi si ottiene un diploma di Operatore Meccanico del settore Odontotecnico che consentirà di esercitare la professione esclusivamente come dipendente. Per essere Titolari di Laboratorio si frequentano due anni ulteriori, al termine dei quali si ottiene l’abilitazione all’esercizio dell’attività odontotecnica.(contrangolo)

Gengive infiammate, 4 rimedi

Le infiammazioni gengivali possono essere dovute a cause diverse, placca e tartaro, abbassamento delle difese immunitarie, carenze nutrizionali o infezioni della bocca dovute a virus e funghi come herpes e mughetto che possono causare gengive gonfie e infiammate.

I rimedi a disposizione per risolvere questo fastidioso disturbo sono diversi, variano anche in base alla causa dell’infiammazione. Se ad esempio la causa è dovuta a placca e tartaro ecco che una visita dal dentista seguita da un’accurata igiene orale risolvono il problema.

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Se alla base dell’infiammazione ci sono virus e batteri che hanno infettato la bocca va curata l’infezione della bocca.

Ma ecco 4 rimedi efficaci che possono darvi sollievo ed eliminare il problema.

1.Tea tree oil – l’olio essenziale di melaleuca, tea tree oil, è un toccasana per le gengive infiammate. Basta bagnare un cotton fioc e passarlo sulle gengive più volte al giorno per ottenere una riduzione dell’infiammazione. Questo perchè il tea tree oil è un potente antibatterico naturale che tra l’altro si può anche utilizzare diluito in poca acqua per sciacqui e gargarismi disinfettanti.(Ablatore ultrasuoni)

2.Acqua e limone – risciacquare la bocca con acqua calda e il succo di un limone spremuto può aiutare a disinfiammare le gengive grazie all’azione disinfettante del limone.

3.Chiodi di garofano – l’olio essenziale di chiodi di garofano è eccellente per le gengive infiammate grazie alla presenza dell’eugenolo un olio dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie efficace anche contro il mal di denti. Basta versare 2-3 gocce di olio essenziale di garofano in 1/2 cucchiaino di olio base, per esempio olio d’oliva. Intingere un batuffolo di cotone nella miscela e tamponare le gengive.

4.Pasta di zenzero – Lo zenzero possiede proprietà antinfiammatorie e antiossidanti grazie ai gingeroli contenuti. Ecco come preparare una pasta di zenzero da applicare sulle gengive infiammate. Preparate una pasta composta di zenzero e sale frullando 2 pezzetti di zenzero e aggiungendovi un pizzico di sale e un po’ d’acqua. La miscela così ottenuta va strofinata 2-3 volte al giorno sulle gengive.(fotopolimerizzazione)

Dentini Biberon e Carie

Tra le patologie del cavo orale, la più diffusa e conosciuta è la carie, una malattia spesso sottovalutata sia nella sua incidenza, che nella gravità della sua manifestazione.
La carie ovviamente interessa non solo gli adulti, ma presenta una rilevanza simile anche negli adolescenti e nei bambini e colpisce denti decidui (più conosciuti come denti da latte) e denti definitivi o permanenti.

Nel corso degli ultimi 20 anni, grazie alla crescente attenzione all’igiene orale, all’importanza data al fattore estetico “sorriso”, ai controlli effettuati sin dalla più tenera età, all’utilizzo di integratori al fluoro e ad una dieta più controllata, si è riscontrata una netta diminuzione dell’incidenza di tale disturbo. Ma, se negli anni passati i bambini con problemi di carie appartenevano alle fasce di età scolare e pre-adolescenziale, nel corso degli ultimi anni si è potuto notare come anche i bambini più piccoli, quelli cioè di una fascia d’età compresa tra pochi mesi e 4 anni, siano interessati da tale fenomeno. Addirittura risulta in netto contrasto, supportato da numerosi studi, l’aumento di una tipologia di carie ben specifica: la sindrome da biberon chiamata anche Baby Bottle Tooth Decay (BBTD). Come appare chiaro fin dal nome di tale patologia, la sindrome da biberon colpisce la dentatura decidua di bimbi molto piccoli. Le lesioni cariose si formano in genere sulle superfici degli incisivi superiori e la loro precisa collocazione nel settore frontale superiore, indica la responsabilità di tale precoce insorgenza (a volte in bimbi di età inferiore ai nove mesi), nelle scorrette abitudini alimentari dei genitori e dei bambini, come il prolungato utilizzo di biberon contenenti bevande zuccherate. Come tutte le lesioni cariose anche la BBTD viene considerata multifattoriale, influenzata cioè da molte variabili: affollamento o malposizionamento dentario, alterazione del pH salivare, igiene orale non controllata, dieta troppo ricca di zuccheri. Tutte queste situazioni possono portare ad una proliferazione della placca batterica, cioè quel deposito di batteri che colonizzando la superficie dei denti, vi aderisce con tenacia. Questi microrganismi, attraverso processi di fermentazione degli zuccheri introdotti con la dieta, producono acidi organici che sono diretti responsabili della decalcificazione degli elementi dentari e quindi della formazione della carie. Se è pur vero però che non tutti i fattori scatenanti la patologia sono controllabili a monte, è altrettanto vero che ad essere maggiormente imputati sono i comportamenti scorretti da parte dei genitori, sia per ciò che concerne l’alimentazione, sia per ciò che riguarda la consapevolezza e la conoscenza dell’igiene orale.
L’abitudine di utilizzare il biberon come ultima “coccola” prima del riposo notturno è spesso legata alla difficoltà che i genitori incontrano nel far addormentare i bambini.(autoclave sterilizzazione)
L’atteggiamento indulgente e permissivo di mamma e papà è forse figlio di una realtà frenetica e complicata che lascia poco spazio ad altri metodi più educativi probabilmente con effetto meno appagante e calmante rispetto alla prolungata suzione di una sostanza dolce.
A questo si associa la difficoltà di controllo di una buona igiene orale in bambini così piccoli per l’evidente scarsa manualità dei piccoli con lo spazzolino.
Le carie nei denti da latte risultano inoltre molto “aggressive” cioè tendono a progredire velocemente e ciò rende il trattamento clinico della sindrome da biberon molto complesso: la tenera età dei bambini genera scarsa consapevolezza e collaborazione, inoltre se non vi è stato nessun iniziale approccio al dentista, risulterà immediato per un bambino di pochi anni associare “il medico dei denti” ad un disagio o dolore. La prima visita dovrà per tanto svolgersi in maniera non traumatica, magari sotto forma di gioco, possibilmente senza utilizzare strumenti e sarà finalizzata al rilevamento delle carie e del livello d’igiene orale ma occorrerà soprattutto investire “tempo e risorse” per la conquista della fiducia da parte del piccolo paziente, così da poter garantire la futura collaborazione nello svolgimento delle cure.(fotopolimerizzazione)

Farmaci per l’osteoporosi e rischio di sviluppare complicanze mascellari

L’osteoporosi è un disturbo dell’apparato scheletrico che indebolisce le ossa e determina perciò un maggior rischio di fratture. E’ un disturbo che affligge un gran numero di persone, in particolare donne non più giovanissime. Un gran numero di pazienti affetti da questo problema sono oggi trattati mediante la somministrazione di farmaci appartenenti al gruppo dei cosiddetti “bifosfonati”. L’assunzione di tali farmaci può essere correlata ad imnportanti effetti collaterali a carico delle ossa mascellari.

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Osteoporosi e fratture ossee
Il maggiore rischio legato all’osteoporosi è quello della comparsa di fratture alle ossa, anche spontanee, che possono rappresentare un evento molto grave per la qualità della vita (in caso per esempio di fratture del femore o dell’anca) o addirittura per la sopravvivenza stessa del paziente (in caso di fratture delle vertebre). Gli studi scientifici sull’uso dei bifosfonati hanno evidenziato come l’assunzione di tali farmaci sia in grado di ridurre del 40% il rischio di subire fratture in pazienti affetti da osteoporosi. Per tale motivo è importante, in caso soffriate di una forma grave di tale patologia, che non sospendiate l’assunzione delle medicine che vi sono state prescritte senza averne condiviso la decisione con il medico competente. Gli stessi farmaci però che determinano un vantaggio così importante in caso di grave rischio di fratture osee, possono causare, in una percentuale non irrilevante di casi, effetti collaterali altrettanto spiacevoli, a livello della bocca ed in particolare a carico delle ossa della mascella o della mandibola.(strumenti dentista)

Osteonecrosi delle ossa mascellari
Rappresenta una complicanza non frequentissima, ma potenzialmente molto grave, dell’assunzione dei farmaci bifosfonati. Si manifesta con una distruzione ossea a carico di porzioni di mandibola o mascella, accompagnata da infezione e dolore importante. Questa complicanza, dai primi risultati delle numerose ricerche sul settore, sembra colpire molto raramente i pazienti che assumono i farmaci bifosfonati per via orale, per la cura e la prevenzione dell’osteoporosi, mentre appare decisamente più frequente nei pazienti a cui il farmaco viene somministrato per via endovenosa, come accade nelle terapie di supporto alla cura di alcune neoplasie maligne.
Dal momento che alcune procedure odontoiatriche, come per esempio le estrazioni dentali, ma anche una banale seduta di detartrasi, possono aumentare il rischio di osteonecrosi mascellare in pazienti che assumono o hanno assunto bifosfonati, è importantissimo comunicare al dentista l’uso di tali medicine, al fine di ridurre al minimo la probabilità di questa fastidiosissima complicanza.(fotopolimerizzazione)

Alitosi e rimedi naturali

L’alitosi, un problema imbarazzante che interessa un gran numero di persone, ma che grazie ad alcuni rimedi naturali. È possibile in tante occasioni tenere sotto controllo.

La causa principale dell’alitosi è, ed è oltre tutto facilmente intuibile, una cattiva igiene orale o anche tutte quelle cattive abitudini alimentari che ci ostiniamo a portarci dietro.
Si tratta, in sostanza, di un vero e proprio disturbo del cavo orale caratterizzato dalla sgradevole emissione di aria maleodorante dalla bocca.

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A parte tutte quelle situazioni che possono essere legate a problemi di salute dentale, che sono più frequenti di quanto si pensi, vi è certamente l’impossibilità di pulire adeguatamente la bocca dopo aver mangiato o bevuto qualcosa. Per quanto riguarda la salute dentale, è di tutta evidenza che un dente cariato, soprattutto se nella parte posteriore del dente che è, di norma, poco rilevabile visivamente, porta a delle emissioni maleodoranti che sono spesso motivo di grande imbarazzo. Una ragione in più, quindi, per sottoporsi a regolari e costanti visite di controllo dal proprio dentista di fiducia, visite che consentiranno di rivelare per tempo tutte quelle situazioni che meritano un tempestivo intervento.(Ablatore ultrasuoni)
Quindi, sempre che non si tratti di una condizione patologica causata da un qualunque altro problema, quando si tratta di una cattiva igiene orale che causa un ristagno di residui di cibo, la conseguenza, inevitabile, sarà una decomposizione degli stessi ad opera della flora batterica orale con successiva ed immediata liberazione di gas a base di zolfo.
Altra causa dell’alitosi è il tabagismo, dal momento che il fumo di sigaretta o, peggio della pipa, oltre ai tanti altri gravi danni che può provocare, è la causa di un aumento della secrezione di acidi nell’apparato digerente con conseguente produzione do odore sgradevole.
Alitosi, un problema imbarazzante
Il consumo di formaggio, latte e suoi derivati ha come effetto una proliferazione eccessiva di batteri, molto ghiotto delle proteine del latte, che le metabolizzano producendo sostanze di cattivo odore.(trapano dentista)