Quali sono le cause dei denti sensibili?

I denti diventano sensibili quando lo strato sottostante dei denti – la dentina – si espone a seguito di una recessione del tessuto gengivale (la coperta protettiva che ricopre le radici dei denti). Le radici, che non sono coperte dallo smalto duro, contengono migliaia di minuscoli tubuli che portano al centro nervoso del dente (la polpa). Questi tubuli dentinali consentono agli stimoli – per esempio, il cibo caldo, freddo, o dolce – di raggiungere le terminazioni nervose all’interno del dente, la stimolazione delle quali provoca il dolore che sentiamo.

Vi sono molti fattori che possono portare a denti sensibili, tra cui.

●Spazzolare troppo forte. Nel corso del tempo, spazzolare troppo forte o usando uno spazzolino a setole dure può logorare lo smalto ed esporre la dentina. Può anche causare recessione gengivale (il tessuto gengivale si allontana dai denti).
●Carie vicino alla linea gengivale.
●Recessione gengivale. Quando le gengive si allontanano dal dente a causa di condizioni come la malattia parodontale, la superficie della radice viene esposta.
●Malattie delle gengive (gengiviti). Il tessuto gengivale infiammato e dolorante può causare sensibilità a causa della perdita dei legamenti di sostegno, che espone la superficie della radice che porta direttamente al nervo del dente.
●Fratture dei denti.
●Digrignamento dei denti. Digrignare o stringere i denti può logorare lo smalto ed esporre la dentina sottostante (abfrazione)
●Prodotti sbiancanti per denti. Questi prodotti possono essere i principali responsabili dei denti sensibili.
●Età. La sensibilità dei denti è più alta tra i 25 e i 30 anni.
●Accumulo di placca. La presenza di placca sulle superfici radicolari può causare sensibilità.
●Uso di collutorio. L’uso a lungo termine di alcuni collutori. Alcuni collutori contengono acidi che possono peggiorare la sensibilità dei denti se si è esposta la dentina (lo strato intermedio del dente). Gli acidi possono ulteriormente danneggiare lo strato di dentina del dente.
●Alimenti acidi. Il consumo regolare di alimenti con un alto contenuto di acidi, come agrumi, pomodori, sottaceti, e tè, può causare l’erosione dello smalto.
●Procedure dentali di routine. La sensibilità può verificarsi dopo la pulizia dei denti, la levigatura radicolare, il posizionamento di una corona, e il restauro di un dente. La sensibilità causata da procedure dentali è temporanea, di solito scompare in 4-6 settimane (Pulp tester).

Cause post-chirurgia parodontale
●Traumi gengivali
●Protesi incongrue
●Malocclusioni
La causa di questi fastidi è da ricondurre a una esposizione della dentina, cioè uno dei tessuti, assieme a smalto, cemento e polpa che compongono il dente.
In condizioni fisiologiche normali, la dentina è posta al di sotto della gengiva e dello smalto, quest’ultimo, molto più mineralizzato ed esente di terminazioni nervose, affaccia alla cavità orale.
La sensazione dolorosa che si prova tende a far evitare l’esposizione al freddo, a bevande fredde e spesso si allontana anche l’igiene orale della zona, il che è controproducente e può portare a peggiorare la situazione.
Una causa particolare di ipersensibilità può essere una condizione di ipoplasia o ipomineralizzazione dello smalto, la quale si manifesta nei bambini, generalmente dopo l’eruzione della dentatura permanente, quindi dopo i 6 anni di età.
Le cause di questa ipoplasia dello smalto possono essere molteplici, come l’utilizzo di terapie antibiotiche, carenze di vitamina D nella prima infanzia e/o periodi di incubatrice e parti prematuri.
Si riconosce, oltre per via della sensibilità, per il fenomeno del break-down, ovvero il dente, debole, tende a sgretolarsi (prodotti odontoiatrici).

Denti storti: cause e rimedi.

I denti storti sono un grosso disagio estetico che tormenta molte persone, tanto che spesso si ripercuote negativamente anche sulle relazioni interpersonali.
Oltre a guastare il sorriso e a far precipitare l’autostima, i denti storti possono interferire in maniera negativa anche sulla masticazione o addirittura trasformare l’appuntamento con l’igiene orale quotidiana in un’impresa estremamente ardua e problematica.


Si sa, un sorriso che sfoggia denti storti è ben lontano dall’ideale di armonia ed equilibrio.
Madre Natura non è sempre così generosa: i denti dritti, regolari, perfettamente allineati e – perché no – anche bianchi sono canoni estetici tanto ambiti quanto apprezzati da tutti. Al contrario, denti storti, gialli, scheggiati o rotti – che sconvolgono l’estetica del sorriso – attirano inevitabilmente gli sguardi altrui non appena si apre bocca, suscitando un’idea di disgusto e scarsa igiene orale.
Per fortuna, i denti storti e disarmonici possono essere allineati con alcuni interventi ortodontici specifici, i quali possono essere più o meno invasivi: tra questi, la scelta del trattamento più idoneo, dipende dalla gravità della condizione e dall’età del paziente.

Quali possono essere le cause?
L’origine dei denti storti può essere legata a fattori genetici o, come spesso accade, ad atteggiamenti comportamentali scorretti (soprattutto durante l’infanzia).

Vediamo quali sono le cause più frequenti di denti storti:
1. Affollamento e mal posizionamento dei denti
2. Malocclusione dentale legata a fattori genetici
3. Perdita precoce dei denti da latte del bambino
4. Caduta dei denti nell’adulto
5. Otturazioni dentarie malfatte
6. Incapsulamento dentale imperfetto
7. Dimensioni della mascella troppo piccole
8. gengivite/piorrea cronica
10. Bruxismo
11. Tumori della bocca e della mandibola
12. Atteggiamenti infantili scorretti: abitudine a succhiare il pollice o il ciuccio, abitudine a bere col biberon dopo i 3 anni, spingere la lingua contro i denti

Quali possono essere le conseguenze?
I denti storti non incidono negativamente solo su autostima ed estetica del sorriso. Infatti, tenere sotto controllo la salute dei denti è indispensabile per evitare problemi di masticazione, disturbi dentali e quant’altro.

Quali sono gli effetti più comuni provocati dai denti storti?
●Problemi masticatori → effetto negativo anche sulla digestione degli alimenti
●Difficoltà a pulire accuratamente i denti → accumulo di placca e tartaro → maggior rischio di carie, gengiviti, piorrea, caduta dei denti
●Denti fragili → aumento del rischio di rottura
●Alterazioni dell’armonia del volto
●Difficoltà di linguaggio (rare)
●Difficoltà a chiudere correttamente le labbra → il soggetto tende a respirare attraverso la bocca
●Dolori facciali, difetti posturali, acufene (ronzii alle orecchie) e mal di testa (sintomi generati da una malocclusione dentale grave)
●Diagnosi e terapie

Diagnosticare i denti storti è immediato: basta un sorriso.

Chiaramente, spetta poi al dentista stabilire entità del danno dentale e gravità del disallineamento, dunque agire di conseguenza.
Gli apparecchi ortodontici costituiscono il rimedio più efficace (e più utilizzato) per allineare denti storti di bambini e ragazzi. Oggi, con il perfezionamento delle tecniche ortodontiche, è possibile avere un apparecchio di ultima generazione che coincide perfettamente con i denti, migliorandone palesemente l’allineamento nell’arco di alcuni mesi o anni.
Gli apparecchi ortodontici moderni sembrano essere la panacea ideale dei denti storti. Ma non è tutto: se fino a pochi anni fa questi congegni venivano considerati veri e propri attrezzi infernali da tortura, colpevolizzati di imbruttire ancor più un sorriso già di per sé rovinato da denti storti, oggi sembrano esser diventati di grande tendenza anche nel mondo degli adulti. Questo perché si è cercato di abbinare l’effetto terapeutico degli apparecchi (peraltro estremamente efficace contro i denti storti) ad una forma quanto più possibile gradevole.
Per porre rimedio ai denti storti, esistono numerosi modelli di apparecchi ortodontici, distinti in due macrocategorie:
Apparecchi fissi: costituiti da piccoli attacchi metallici incollati su ciascun dente, legati l’uno all’altro mediante un archetto metallico che scorre in tutte le placchette, seguendo perfettamente l’arcata dentaria. L’azione “tirante” dell’apparecchio permette di allineare, dopo uno o due anni, i denti storti. Per renderli meno visibili, i moderni congegni anti denti-storti sono costituiti da placche chiare-trasparenti, molto meno appariscenti rispetto alle precedenti (micromotor).
Altri moderni apparecchi per denti storti sono stati progettati per essere completamente nascosti: difatti, le placchette in metallo vengono cementate sulla faccia interna del dente.
Apparecchi mobili: si tratta di apparecchi trasparenti in plexiglas da applicare sulle arcate dentarie. Per sfruttare il massimo dell’efficacia terapeutica, quindi per allineare i denti storti entro il più breve tempo possibile, gli apparecchi mobili dovrebbero essere portati per 20 ore al giorno (vanno rimossi solo durante i pasti).
Che sia fisso o mobile, poco conta: l’apparecchio dentale è comunque sempre progettato per allineare i denti storti, migliorare la masticazione e favorire un’adeguata igiene dentale.
In alcuni casi, ad esempio se l’affollamento dentale dipende da un palato stretto, l’estrazione di alcuni denti (in genere, 2 molari dell’arcata inferiore ed altrettanti di quella superiore) può essere un’alternativa efficace per raddrizzare i denti storti.
Solo nei casi estremi (malocclusione dentale particolarmente grave), il paziente dovrà sottoporsi a trattamenti chirurgici invasivi volti a rimodellare, allungare od accorciare la mandibola. L’intervento chirurgico è chiaramente l’ultima spiaggia, indicato per allineare i denti storti responsabili di gravi danni alla salute del paziente (Distillatore d’acqua).

Implantologia 3D Guidata

Oggi grazie alla diagnostica 3D è possibile pianificare l’intervento chirurgico al computer sulla base di un’indagine TAC (tomografia assiale computerizzata), che ci consente la ricostruzione tridimensionale di una zona o dell’intera arcata da ricostruire;

Procedura 3D Guuidata
Realizziamo una GUIDA RADIOGRAFICA (a partire dal progetto della protesi definitiva che abbiamo testato sul paziente dal punto di vista estetico e fonetico) che il paziente deve indiossare al momento dell’esecuzione della TAC.

Importiamo il dato della tac in un ambiente software dedicato, per eseguire la progettazione virtuale dell’intervento implantare sulla ricostruzione tridimensionale del mascellare interessato. Decidiamo così il numero, gli assi d’inserzione e le dimensioni degli impianti da usare nel caso specifico.

Costruiamo una DIMA CHIRURGICA che ci consentirà di trasferire quanto studiato in modo virtuale al computer sulla bocca del paziente (Lampade diagnostiche).

Una volta inseriti gli impianti,nella stessa seduta a distanza di poche ore aplichiamo un provvisorio (fisso o rimovibile a seconda della necessità clinica) che consentirà al paziente di lasciare lo studio in condizioni più che accettabili, sia dal punto di vista estetico fonetico e funzionale .

Questa metodica può essere applicata per tutte le indicazioni cliniche dal tente singolo mancante ad arcate totalmente edentule.
E’ inoltre possibile eseguire procedure molto meno invasive senza la necessità di sollevare un lembo gengivale. Nel nostro centro questo tipo di interventi possono essere eseguiti in sedazione con l’aiuto di un’anestesista il quale ci consente di lavorare in maniera confortevole e sicura riducendo al minimo i disagi per il paziente (Articolatori dentali).

Vassoio Sbiancamento

Q Che cosa significa e coinvolge la procedura?
A Il dentista applica in un dente il prodotto sbiancante con un specialmente fatto vassoio che si inserisce in bocca simile a uno scudo. Poi la sostanza chimica viene attivata con il calore, o il calore e la luce combinata. Il principio attivo nel prodotto è normalmente perossido di idrogeno o perossido di carbamide. Se il dente è stato trattato dal radice, il canale, che conteneva già il nervo, può essere riaperto e il prodotto sbiancante viene messo dentro. In entrambi i casi, la procedura deve essere ripetuta fino al raggiungimento della giusta tonalità.

Q Quanto dura la procedura?
A Prima di tutto avrete bisogno di 2 o 3 visite. Il dentista dovrà fare un paradenti e dovrà prendere le impressioni per questo al primo appuntamento. Una volta che il dentista ha iniziato il trattamento, si dovrà continuare il trattamento a casa. Ciò significa applicare la candeggina regolarmente più di 2-4 settimane per 30 minuti a 1 ora per volta. Tuttavia, i nuovi prodotti possono essere applicati per 8 ore alla volta, e questo significa che un risultato soddisfacente può essere ottenuto in 1 settimana.

Q Perché i miei denti devono essere sbiancati?
A Ogni persona è diversa; e proprio come i nostri capelli e pelle colore varia, questo vale per i nostri denti. Alcuni denti hanno una sfumatura giallastra, alcuni sono più beige – molto pochi sono in realtà ‘bianchi’. Denti gialli anche con l’età possono diventare colorati sulla superficie da cibi e bevande come tè, caffè e di ribes nero. Calcolo (tartaro) può anche influenzare il colore dei denti. Alcune persone possono avere macchie all’interno dei loro denti. Ciò può essere causato da alcuni antibiotici o piccole crepe nei denti, che assorbono la macchia.

Q Sarò soddisfatto dei risultati?
A Risultati di trattamento possono variare a seconda delle tonalità originale dei denti. I denti tendono a scurire leggermente nel corso del tempo. L’effetto dura per circa 1 a 3 anni, anche se a volte può durare più lungo. Alcune persone trovano che i loro denti sono sensibili per i primi giorni dopo il trattamento, ma questo svanisce dopo un breve periodo.

Q Cosa si deve fare per quanto riguarda “over-the-counter kit “?
A Over-the-counter kit non sono raccomandati perché contengono solo una piccola quantità di perossido di idrogeno, che rende il prodotto meno efficace. Alcuni contengono anche acidi diluiti, mentre altri sono abrasivi. Anche se questi prodotti sono più economici, sbiancamento è una procedura complicata e dovrebbe essere eseguita solo da un dentista, dopo un esame approfondito e la valutazione dei vostri denti. E ‘molto importante seguire le istruzioni di vostro dentista e andare a tutti gli successivi appuntamenti (Lampade sbiancamento dentale).

Q È possibile che lo sbiancamento non funzionera?
A Sbiancamento può alleggerire solo il colore del dente esistente. Per un cambiamento di tonalità impiallacciatura specifica è un’altra opzione scelta. Sbiancamento funziona anche su denti naturali. Non funziona su qualsiasi tipo di denti ‘falsi’. Questo include dentiere, corone e impiallacciature (veneer). Se protesi sono macchiati o scoloriti, potete andare per una visita a dentista e chiedere di pulirli. Impiallacciature macchiate, corone e le protesi forse devono essere sostituite. Anche in questo caso, chiedete tutto al vostro dentista.

Q Che cosa dire per i dentifrici sbiancanti?
A Ora ci sono molti dentifrici sbiancanti che si possono acquistare. Anche se non influenzano il colore naturale del dente, sono efficaci nel rimuovere le macchie e migliorare l’aspetto del dente. Una volta che i denti sono stati professionalmente sbiancati il dentifricio per il sbiancamento può aiutare a mantenere un buon l’aspetto (Digitale colorimetri odontoiatrici).

In cosa consiste la devitalizzazione?

Dopo aver isolato il dente con la diga di gomma il dentista accede alla camera pulpare e ripulisce i canali radicolari rimuovendo la polpa e i residui di tipo batterico; si procede poi alla disinfezione e all’allargamento di detti canali che saranno poi riempiti e sigillati con del materiale inerte e biocompatibile, generalmente la guttaperca, in modo da evitare che si verifichi una nuova proliferazione batterica. In alcuni casi si ricorre al microscopio per curare denti dalle anatomie complesse, con problemi di perforazioni, apici beanti, strumenti fratturati nei canali. Una devitalizzazione può richiedere tempi abbastanza lunghi, in particolar modo se il dente trattato è un molare. La cura viene completata con la ricostruzione del dente ed in alcuni casi con un perno in fibra di vetro che serve a sostenere la ricostruzione.

Inoltre, per garantire predicibilità a lungo termine, si consiglia di ricoprire il dente con una corona protesica, in quanto i denti sottoposti a devitalizzazione possono andare incontro a frattura se non adeguatamente supportati da tessuto residuo. Infatti, fino a che un dente devitalizzato non sia stato ricostruito, si consiglia di evitare la masticazione di alimenti eccessivamente duri che potrebbero danneggiare il dente. I denti da latte possono andare incontro a pulpite proprio come quelli permanenti, quindi vanno devitalizzati in caso di necessità. Vanno trattati con le stesse metodiche utilizzate per gli adulti solo che i canali saranno chiusi con dei materiali che si riassorbono nel tempo insieme alle radici. Solo se il dente è mobile e prossimo alla permuta si può evitare di devitalizzarlo ma si dovrà pensare di estrarlo (contrangolo).

Come mi assicuro di essermi sottoposto ad una corretta terapia canalare?
Una terapia canalare è correttamente eseguita quando vengono seguiti i protocolli terapeutici stilati dai numerosi studi scientifici:

Un dente va deterso, disinfettato, sagomato e riempito in tutti i suoi canali; da qui l’importanza di poter ricorrere al microscopio operatorio per reperire canali nascosti, calcificati, etc.
Ogni canale va riempito con un materiale compatto (guttaperca + cemento) fino ad arrivare in prossimità dell’apice. E’ fondamentale che le zone apicali dei canali sia perfettamente sigillate, onde evitare una ricontaminazione batterica
E’ imprescindibile l’isolamento del dente mediante diga di gomma durante tutto il trattamento, al fine di proteggere il sistema canalare dai batteri contenuti nella saliva.

La diga di gomma.
Per eseguire una corretta terapia endodontica, nondimeno una terapia ricostruttiva, che duri nel tempo è di fondamentale importanza l’isolamento del campo operatorio con la diga di gomma (motore endodontico).

Sondaggio parodontale e sanguinamento al sondaggio

Il sondaggio parodontale è uno degli esami più importanti e utilizzati per diagnosticare malattie parodontali. Consente di valutare lo stato di salute delle gengive e di verificare la presenza e la localizzazione delle tasche parodontali e se la parodontite è in atto valutando il sanguinamento al sondaggio. Il sondaggio si effettua con una sonda paradontale, uno strumento millimetrato standardizzato, che misura la profondità del solco gengivale intorno a tutto il dente.


La sonda viene inserita delicatamente all’interno del bordo gengivale con la corretta angolazione. In condizioni normali il solco misura fino a 2- 3mm , fino a 5 mm attorno agli impianti, superati i quali si è in presenza di una tasca parodontale. Altro indice importantissimo da valutare durante il sondaggio che evidenzia una fase di attvità della parodontite è il sanguinamento al sondaggio. Se ci troviamo di fronte ad un sondaggio elevato e la gengiva sanguina dopo il sanguinamento siamo sicuramente di fronte ad una parodontite non controllata con presenza di tartaro e placca sotto gengiva
Questo indice è molto importante per valutare il controllo della progressione della parodontite. Infatti è importante sapere che le gengive non devono mai sanguinare ad esempio dopo lo spazzolamento.
Durante questo esame vengono anche misurati il grado di compromissione delle forcazioni, quello di mobilità di ogni elemento e le recessioni.
Il sondaggio parodontale spesso non considerato va eseguito durante OGNI prima visita, e ci permette di fare delle valutazioni altrimenti non possibili (Ablatore pneumatico).

Esame radiografico
L’esame radiografico d’elezione nella diagosi parodontale è la radiografia endorale eseguita per ogni settore della bocca. L’insieme di radiografie endorali è detta sistematica radiografica.
La sistematica radiografica risulta essere composta da almeno 16 radiografie e ci permette di valutare in modo preciso l’andamento e l’eventuale perdita di osso attorno ai denti.
L’Ortopantomografia o radiografia panoramica (OPT) ci permette di avere un idea generale ed indicativa ma per una valutazione più precisa sull’andamento dell’osso dobbiamo ricorrere alle radiografie endorali.
La Tac (Tomografia assiale computerizzata) non è invece un esame utile per fare una accurata valutazione parodontale.
L’esame radiografico endorale in ogni caso da solo non può permetterci di fare diagnosi di parodontite. Deve essere sempre associato ad un sondaggio parodontale (Sensore digitale).

Alimentazione e denti dei bambini

Quello che i bambini mangiano influenza la salute dei loro denti. Troppi carboidrati, zuccheri (per esempio, caramelle, latte e altri alimenti zuccherati e bevande), e amidi possono causare la carie . Più a lungo i carboidrati rimangono sui denti è maggiore è il rischio che si formi la carie.

La cosa migliore che un genitore possa fare è quella di insegnare al bambino a fare scelte alimentari sane.

Alimenti e carie

●Qui riportiamo piccoli accorgimenti e scelte alimentari sane che possono essere di aiuto:
●Frutta e verdura : Dare frutta e verdura come spuntino invece dei carboidrati . Frutta e verdura che contengono un elevato volume di acqua, come le pere, meloni, sedano e cetrioli sono i migliori. Limitare le banane e il consumo di uva passa in quanto questi contengono zucchero concentrati,o se si servono questi frutti, è bene far spazzolare i denti al bambino subito dopo aver mangiato.
●Formaggio: Il formaggio a pranzo o come spuntino, contribuisce ad innescare il flusso di saliva. La saliva aiuta a lavare via le particelle di cibo dai denti.


●Evitare cibi appiccicosi. Uvetta, fichi secchi, barrette di cereali, farina d’avena o biscotti al burro di arachidi, fagioli di gelatina, caramello, miele, melassa, sciroppo etc, rendendo difficile per la saliva per lavare via lo zucchero. Se il bambino consuma questi tipi di prodotti, deve lavarsi i denti subito dopo aver mangiato.
●Servire alimenti zuccherati con i pasti, non come snack . Se si ha intenzione di dare al bambino dei dolci, è fondamentale darli come dessert subito dopo il pasto. Questo perchè si solito c’è una maggiore quantità di saliva in bocca, e questo rende più facile eliminare il cibo dai denti. Anche bere ai pasti aiuta a lavare via le particelle di cibo sui denti.
●Impostare sane abitudini alimentari . La frequenza degli spuntini è di gran lunga più importante della quantità consumata. Il tempo tra i pasti permette alla saliva di lavare via le particelle di cibo che i batteri utilizzano. Spuntini frequenti, fatti senza lavarsi i denti subito dopo, forniscono una alimentazione costante per i batteri, che porta alla placca sviluppo e carie. Provare a limitare gli spuntini per quanto possibile, e spazzolare i denti subito dopo aver consumato la merenda, se possibile.
●Evitare cibi zuccherati che rimangono sui denti . Lollipops, caramelle dure, via dicendo, contribuiscono alla carie perché sono una esposizone dei denti allo zucchero costante.
●Comprare alimenti che sono senza zucchero.
●Evitare di dare da bere al bambino prima di andare a letto, succhi di frutta o bevande zuccherate
●Fare bere acqua, invece di succo di frutta o soda. Succhi, bibite e anche il latte contengono zucchero. L’acqua non danneggia i denti e aiuta a lavare via le particelle alimentari che possono essere rimaste attaccati ai denti.
●Includere buone fonti di calcio per costruire denti forti. Buone fonti sono il latte, broccoli e yogurt.

 

Altri suggerimenti utili per la salute dei denti dei bambini

●Se il bambino mastica chewing gum, è importante scegliere quelli con xilitolo o senza zucchero. Lo xilitolo ha dimostrato la capacità di ridurre i batteri nella bocca, e la masticazione aiuta ad aumentare il flusso di saliva.
●Utilizzare dentifrici a base di fluoruro e filo interdentale tutti i giorni. Il modo migliore per prevenire la carie è quello di utilizzare, dentifricio contenente fluoro ogni giorno. (Il fluoro nel dentifricio deve essere utilizzato solo nei bambini abbastanza grandi che non lo ingoino.) Il fluoro filtra all’interno del dente per invertire le carie precoci. Spazzolare i denti del bambino, almeno due volte al giorno e dopo ogni pasto o spuntino, se possibile. Se la spazzolatura tra i pasti non è possibile, almeno sciacquare la bocca con acqua più volte. Il filo interdentale deve essere usato almeno una volta al giorno per aiutare a rimuovere le particelle tra i denti e bordo gengivale.
●Spazzolare i denti del bambino dopo avergli dato un farmaco . I farmaci come gli sciroppi per la tosse ad esempio,contengono zucchero che i batteri della bocca possono usare per erodere lo smalto dei denti.
●Andare dal dentista regolarmente. In generale si consiglia di portare il bambino dal dentista a partire dal primo anno di età o entro 6 mesi dal primo dente. Tuttavia, regolari check up dentali aiuteranno anche a prevenire eventuali problemi dentali o a fermare processi cariosi in stadio precoce.

Denti da latte: vanno curati anche loro

Il fatto che i denti da latte siano destinati a cadere presto per essere sostituiti da quelli permanenti non deve far pensare che non abbiano bisogno di attenzioni.
Tanto per cominciare possono cariarsi anche loro, causando al bambino gli stessi disagi e il medesimo dolore che molti di noi hanno, prima o dopo, sperimentato.


E poi, mantenerli in salute permette loro di svolgere tutte le funzioni alle quali sono preposti, oltre ovviamente la masticazione dei nostri bambini.
Anzitutto favoriscono e guidano il corretto sviluppo delle ossa che li sostengono e poi mantengono lo spazio per i denti permanenti. Non cadiamo quindi nell’errore di non curarli a dovere.

Igiene precoce. Anzi, anche prima
Una corretta e accurata igiene orale è la prima regola per denti sani. Non è una novità. Quello che può apparire curioso è che questa buona abitudine va perseguita fin da subito.
E con ciò intendiamo non soltanto prima ancora che spunti il primo dentino, ma addirittura quando il piccolo è ancora nel grembo materno.
Come? Innanzitutto con una corretta fluoroprofilassi. Da iniziare intorno al quarto mese di gravidanza, attraverso la mamma, per poi continuarla dopo la nascita fino ai 12 anni circa.
Ma anche l’igiene orale inizia dalla mamma. Lo streptococco mutans (principale fattore eziologico della carie) può infatti essere trasmesso al bambino con l’allattamento.
O se i genitori hanno l’abitudine di saggiare la temperatura delle pappe del piccolino mettendo in bocca il biberon o il cucchiaino.
Una perfetta igiene di mamma e papà abbasserà la carica batterica del loro cavo orale, riducendo o azzerando la possibilità di passare sterptococchi al neonato (strumenti dentista).

Educare alle buone abitudini
Prendersi cura di gengive e denti fin dai primi mesi di vita abituerà il bambino a gesti che, più tardi, ripeterà da sé senza neppure pensarci.
Così, dopo ogni pasto passiamo delicatamente sulle gengive del piccolo una garza bagnata con acqua e, quando compariranno, estendiamo l’operazione anche ai dentini.
Intorno all’anno di vita potremo passare allo spazzolino (che dovrà essere morbido), e poi anche al dentifricio, scegliendo quello più adatto.
Verso i due anni, due anni e mezzo il piccolo potrà iniziare a spazzolarsi i denti da solo, imitando i gesti che vede fare tutti i giorni e ai quali lo abbiamo educato.
E per allettarlo ancor più, un bello spazzolino a forma di giraffa e un dentifricio alla fragola. Controllando che i movimenti siano quelli giusti: far rotolare lo spazzolino dalla gengiva ai denti, per almeno tre minuti.

Alimentazione a prova di carie
La scelta dei cibi è un altro fondamentale passo quando si parla di igiene orale. Mettere al bando o ridurre drasticamente gli zuccheri va bene.
Sempre che questa misura sia abbinata all’igiene. Perché sono anche gli agenti patogeni che innescano la carie.
Ciò che è più dannoso, in ogni modo, è la frequenza di assunzione di zuccheri raffinati; l’abitudine di mangiucchiare facendo mille merendine.
Peggio ancora se accompagnate da succhi di frutta, tisane solubili o bevande gassate. Queste ultime, oltre a essere zuccherine sono anche acide e decalcificano lo smalto (telecamera intraorale).

Dentista: niente paura!
Anche se il bimbo ha una bocca perfetta, una visita dal dentista dopo i tre anni è più che consigliabile.
Sarà un controllo nel quale il bimbo si avvicina allo specialista senza che egli debba intervenire in alcun modo, se non ribadendo l’importanza dell’igiene, e che abituerà il piccolo a non averne paura.
Dopo la prima visita ne potrà seguire una verso i sei o sette anni, quando iniziano a cadere i primi denti. E poi, almeno una volta l’anno.
Una buona abitudine che nostro figlio manterrà volentieri se non ha avuto traumi durante le prime esperienze.

Tecniche di endodonzia

Il movimento reciprocante di strumenti per la sagomatura dei canali radicolari.

In questo articolo parleremo di come, gli strumenti che adoperano il movimento reciprocante, trattano il dente nel trattamento endodontico.

All’ interno della parte di questo articolo tratteremo interamente la visione storica ed il recente sviluppo dell’utilizzo del movimento reciprocante in Endodonzia, al fine di di fornire al lettore un’ intera e esaustiva comprensione relativa a questo argomento partendo dall’ inizio. Ragion per cui, nell’evoluzione della strumentazione meccanica in endodonzia, gli strumenti svolgono un ruolo importantissimo, quelli in acciao reciprocanti vengono utilizzati con i più disparati movimenti: in rotazione orizzontale, in traslazione verticale o con movimenti combinati.

Tali sistemi sono ancora in uso principalmente come strumenti accessori di ausilio nelle prime fasi del trattamento, quelle del sondaggio.

L’ultima evoluzione del movimento reciprocante ha portato allo sviluppo di un diverso tipo di movimento in cui gli angoli sono asimmetrici e che sembra essere il movimento ideale in combinazione con i moderni strumenti in nichel-titanio a conicità aumentata. Inizialmente, questo movimento era limitato solo a particolari motori che venivano utilizzati con strumenti già esistenti sul mercato per completare la strumentazione canalare. Successivamente, sono stati introdotti nel mercato strumenti e motori specifici per poter utilizzare questo movimento al meglio (Strumenti canalari).

Nella seconda parte di questa revisione critica della letteratura sono stati analizzati tutti gli studi disponibili che hanno analizzato le caratteristiche meccaniche e l’efficacia della strumentazione reciprocante. Infatti, diversi sistemi reciprocanti sono stati introdotti o re-introdotti negli ultimi anni e questa revisione si propone lo scopo di analizzarne criticamente le proprietà, l’efficacia ed i risultati clinici. Nello specifico sono stati analizzati le proprietà meccaniche, la capacità di preparazione e di preservazione dell’anatomia originaria, il tempo impiegato per la sagomatura e l’efficacia nella pulizia canalare ottenibile con questi strumenti, la loro influenza sulla formazione di microcracks dentinali, sull’estrusione di detriti oltreapice e sulla riduzione della contaminazione batterica intracanalare ed infine la loro efficacia nella rimozione dei materiali da otturazione canalare durante i ritrattamenti.

Le conclusioni a cui si è arrivati in questa revisione della letteratura sono state principalmente le seguenti:

Il movimento reciprocante aumenta la resistenza alla fatica ciclica di tutti i differenti strumenti testati, così come l’ampiezza degli angoli di reciprocazione può influenzare questo parametro.
Il movimento reciprocante non riduce la capacità di taglio degli strumenti testati.
Gli strumenti reciprocanti assicurano una qualità di sagomatura adeguata, rispettando l’anatomia originaria ed hanno una capacità di pulizia del canale sovrapponibile a quella ottenuta con sequenze di strumenti rotanti in nichel-titanio.
La sagomatura con strumenti reciprocanti risulta essere più veloce di quella ottenuta con una sequenza di strumenti rotanti.
Gli strumenti reciprocanti sembrano provocare microcrack dentinali meno frequentemente o in maniera sovrapponibile agli strumenti rotanti, fermo restando che questi crack possono occorrere indipendentemente dal tipo di strumento utilizzato.
Gli strumenti reciprocanti, insieme con un idoneo regime di irrigazione endocanalare, promuovono una significativa riduzione della carica batterica, anche se, come per tutti gli altri strumenti da preparazione, non sono in grado di disinfettare completamente il sistema canalare.
L’estrusione di detriti oltre apice durante le procedure di preparazione può avvenire indipendentemente dal tipo di strumento e di movimento utilizzato.
Gli strumenti reciprocanti si sono dimostrati efficaci nella rimozione dei materiali da otturazione canalare durante i ritrattamenti ed impiegando meno tempo rispetto a strumenti in rotazione continua, sebbene sia confermato come nessun sistema sia in grado di rimuovere completamente tutti i residui di vecchi materiali da otturazione dai canali radicolari (Micromotore endodontico).

Le conclusioni.

Tutti i risultati estremamente favorevoli riscontrati da questa revione della letteratura sull’utilizzo degli strumenti reciprocanti, indicano come il loro utilizzo per la sagomatura canalare sia un’ alternativa validissima agli strumenti rotanti in nichel-titanio).Nella prima parte, vengono descritte e analizzate criticamente le differenze tra il movimento reciprocante utilizzato con gli strumenti in acciaio ed in nichel-titanio e viene proposta una classificazione dei diversi movimenti meccanici reciprocanti utilizzati fino ad oggi, fornendo una spiegazione facile, e rappresentando quello che sarà il futuro in questo campo.

Pulpectomia dell’elemento deciduo

Per pulpectomia si intende l’asportazione dell’intera polpa dentaria, camerale e radicolare, negli elementi dentari con polpa non vitale o irreversibilmente infiammata, a seguito di carie o traumi. Con tale trattamento si rimuove l’infezione e, quindi, si controlla la carica batterica del sistema canalare.

Le indicazioni alla pulpectomia sono: necrosi, presenza di fistola, processi ascessuali, dolore spontaneo e indotto alla percussione, mobilità non legata alla permuta.
I fattori che influenzano il trattamento endodontico di un elemento sono rappresentati principalmente dal tipo di anatomia radicolare, dalla difficoltà di stabilire l’esatta collocazione del forame apicale, per il rimaneggiamento durante il fisiologico processo di rizolisi e dall’esiguo spessore del pavimento camerale. Particolare attenzione, durante la strumentazione dei canali, deve essere posta alla contigua gemma del dente permanente.


Una radiografia endorale periapicale permette di valutare l’eventuale presenza ed estensione della lesione periapicale, la presenza di un tetto osseo tra deciduo e permanente corrispondente ed il grado di rizolisi dell’elemento da trattare.
Una corretta diagnosi dovrà valutare l’eventualità di procedere all’avulsione dell’elemento, nel caso in cui non vi siano i presupposti per eseguire un corretto trattamento endodontico.
Il trattamento prevede, dopo aver eseguito un’anestesia locale (se l’elemento e ancora parzialmente vitale) e, previo corretto isolamento del campo operatorio, la rimozione di tutto il tessuto cariato con la creazione di un corretto accesso alla camera pulpare (contrangolo).
Una volta individuati gli imbocchi radicolari, si esegue un iniziale sondaggio dei canali con file manuali, per definire la corretta “lunghezza di lavoro”. È di ausilio, in questa fase, il rilevatore apicale, facendo riferimento all’Rx endorale pre-operatoria.
Si procede, quindi, all’asportazione della polpa canalare mediante strumenti manuali o strumenti al Ni-Ti montati su manipolo contrangolo a bassa/bassissima velocita e con controllo del torque, secondo la tecnica desiderata, tenendosi un millimetro più corti rispetto alle lunghezze di lavoro precedentemente rilevate; il trattamento dei canali prevede un’abbondante irrigazione.
La detersione e sagomatura dei canali deve essere rispettosa dell’anatomia radicolare dell’elemento dentario; va evitata la strumentazione aggressiva poiché potrebbero crearsi danni a carico del germe del permanente o potrebbe essere compromessa la stabilità dell’elemento dentale a causa di una eccessiva rimozione di dentina sana.
La detersione dei canali radicolari risulta determinante per la creazione di un ambiente il più sterile possibile; questa può essere effettuata con lavaggi di acqua ossigenata alternata ad ipoclorito di sodio (diluizione 1% ). Questo garantisce la dissoluzione di sostanze organiche e la detersione di eventuali canali laterali, vista l’azione battericida nei confronti dei batteri gram- e gram+. In considerazione della potenziale tossicità tissutale dell’ipoclorito di sodio, è da evitare che questo irrigante fuoriesca dal sistema canalare; il suo utilizzo deve essere particolarmente cauto in caso di rizolisi o riassorbimenti radicolari.
Al fine di ottenere un buon contatto dell’irrigante con tutta la superficie radicolare, è importante che venga fatta una buona sagomatura del canale che, nel caso dei denti decidui, non rappresenta una tappa fondamentale per una corretta otturazione tridimensionale del sistema radicolare, a differenza, invece, di quanto si rende necessario negli elementi della serie permanente.
Sagomati e detersi, i canali devono essere asciugati con coni di carta sterile e, quindi, riempiti con un cemento canalare riassorbibile.
I cementi canalari più usati sono: la pasta iodoformica in associazione con idrossido di calcio; l’ossido di zinco eugenolo, che ha una buona capacita di sigillo coronale, ma una limitata attività antibatterica, con effetto lesivo per i permanenti corrispondenti e irritante per i tessuti periapicali; l’idrossido di calcio, il cui meccanismo d’azione sembra essere legato principalmente alle caratteristiche di alcalinità ed alla presenza di ioni calcio. Trova impiego in caso di elemento dentale necrotico con ampia lesione periapicale; il suo tempo di riassorbimento e inferiore rispetto all’ossido di zinco eugenolo.
Una volta riempito il sistema canalare, ed effettuata una otturazione con materiale provvisorio, il paziente dovrà essere monitorato con controlli successivi, clinici e radiografici, per verificare la guarigione avvenuta che e testimoniata dalla scomparsa di segni e sintomi.
Solo a guarigione avvenuta si procede all’otturazione definitiva con materiale composito o cemento vetroionomerico.
Una corretta diagnosi è necessaria per valutare l’eventualità di procedere all’avulsione dell’elemento, in caso non ci siano i presupposti per eseguire un corretto trattamento endodontico.
Una radiografia endorarale periapicale permette di valutare l’eventuale presenza ed estensione della lesione periapicale, la presenza di un tetto osseo tra deciduo e permanente corrispondente ed il grado di rizolisi dell’elemento deciduo da trattare.
La strumentazione canalare deve essere eseguita, ponendo attenzione alla contigua gemma del dente permanente. Risulta estremamente importante ottenere una buona detersione dei canali radicolari, per la creazione di un ambiente il più sterile possibile.
Per l’otturazione canalare è fondamentale l’uso di cementi riassorbibili, che non danneggino il permanente.
Per il restauro provvisorio e definitivo sono valide le raccomandazioni precedenti (micromotore).